Claudio Luti pensa al futuro del Salone del mobile e rivela i piani per il rebranding della fiera. Un ripensamento globale dell’evento più importante a livello internazionale nel campo del design, che macina presenze (circa 300.000 visitatori ogni anno) ma che non deve perdere terreno rispetto agli altri Paesi, sempre più organizzati e competitivi. E’ in parte un mea culpa quello di Luti, che ha voluto rilasciare un’intervista a Dezeen dopo che il magazine aveva pubblicato un editoriale dal titolo “Andare a Milano è esattamente l’antitesi del design”. Presidente di Kartell dal 1988 e di Cosmit, la società che organizza il Salone, dalla fine dello scorso anno, Luti ha in mente una nuova fiera. A partire dallo sviluppo del brand stesso: è stato infatti indetto il bando per ridisegnare il brand snellendo i suoi multipli (Eurocucina, Euroluce, Salone e Salone Satellite) e per migliorarne il sito internet, per sua stessa ammissione “terribile”.
Inoltre, Luti ha dichiarato di voler minimizzare il ruolo di Cosmit, che potrebbe confondere le persone: “Il brand è il Salone del mobile”, ha detto. “Se dico che sono il presidente di Cosmit le persone mi chiedono che cosa sia, ma se dico che sono il presidente del Salone tutti annuiscono”. Un altro miglioramento in programma è la navigazione all’interno della fiera, che nelle prossime edizioni dovrebbe risultare più semplice ed intuitiva (“Quando le persone arrivano dall’Asia o da Paesi lontani vogliono avere un’idea chiara di dove sono i brand, non assistere alla nostra sofisticata divisione”).
Allo stesso modo, secondo Luti, è necessario aumentare i collegamenti durante tutta la settimana del Salone e fare in modo che le tariffe di taxi e hotel, che lievitano durante tutta la settimana, siano ridotte alla normalità, “convincendo gli operatori che altrimenti è la città stessa e dell’evento a risentirne in termini di immagine”.