Ha co-fondato e guidato la Versace per dieci anni. Fino alla fine degli anni Ottanta, quando Claudio Luti, oggi presidente di Kartell, decise di lasciare tutto. “Sono rimasto disoccupato per due mesi, e sono stati i peggiori della mia vita”, ha raccontato nel corso del Convegno Pambianco Design, organizzato ieri in Borsa Italiana. Poi l’opportunità. “Mio suocero era proprietario al 50% della Kartell, ma la società rischiava di essere venduta”. La rilevò, e cominciò la sua nuova vita, managerialmente parlando.
Certo, il passaggio dal “vitale e ambizioso” mondo della moda, come lo definisce Luti, a quello del design, “un mondo lento e con pochissimo estero, dove i viaggi all’estero venivano programmati più per piacere che per business” all’inizio non è stato semplice. Le maggiori criticità? La dimensione ancora troppo locale, nonostante le collaborazioni con grandi design. E poi era un’azienda che “guardava meno alla parte economica e distributiva”, ha ricordato Luti.
Ma dalla sua parte aveva prodotti già di altissima qualità e, soprattutto, la grande capacità di innovare. Il lavoro del nuovo presidente è stato dunque quello di “rimanere un industriale” e di “dare libertà ai creativi, mentre la tecnologia doveva essere al loro servizio”. L’obiettivo era “sviluppare il prodotto industriale, consapevoli del fatto che può fare anche ciò che l’artigianalità non può fare”.
Per una persona, come Luti, che ha davvero vissuto la “Milano da bere” da un punto di vista privilegiato, cioè quello del mondo della moda e del design appena esplosi, s’impone però una riflessione sulle differenze tra ieri e oggi. L’evento che ogni anno accende Milano, infatti, è ormai (soltanto) il Salone del Mobile: può davvero, da solo, accendere tutto il settore? “Le aziende ci sono sempre state e la loro qualità al Salone si vede”, ha risposto Luti alla domanda di Enrico Mentana. “Quel che è successo è che gli italiani si sono accontentati, hanno lasciato da parte la distribuzione e non hanno fatto sistema, se non attraverso le acquisizioni”. Il suggerimento? “Lavorare per il mondo e pensare a lungo termine”.