Sono 222 le industrie italiane di piastrelle di ceramica, ceramica sanitaria, stoviglie e materiali refrattari attive nel 2017, che occupano 25.146 addetti (381 unità in più rispetto al 2016) e che hanno fatturato oltre 6,3 miliardi di euro complessivi. Questi i dati emersi dalle indagini statistiche presentate nei giorni scorsi da Confindustria Ceramica relative ai diversi comparti.
Nello specifico, il comparto delle piastrelle di ceramica prodotte in Italia da 145 aziende supera i 5,5 miliardi di euro (+2,4%) con un export di 4,7 miliardi (+2,5%) e il mercato interno che raggiunge gli 842 milioni di euro. Nel comparto sono occupati 19.515 addetti (+2,9%, inversione di tendenza dal 2006), che nel corso del 2017 hanno prodotto 422 milioni di metri quadrati (+1,6%), tali da consentire vendite per 421,9 milioni di metri quadrati (+1,8%). Le vendite in Italia si posizionano a 83,7 milioni di metri quadrati (+1,1%), volumi che però rappresentano meno della metà del mercato interno pre-crisi. In aumento i volumi esportati, ora pari a 338,2 milioni di metri quadrati (+1,9%). Il fatturato totale delle aziende ceramiche che producono in Italia raggiunge così i 5,5 miliardi di euro (+2,4%), derivante per 4,7 miliardi dalle esportazioni (+2,5%) – quota dell’85 % sul fatturato – e da 842 milioni di euro in Italia.
Per il quarto anno consecutivo gli investimenti sono in crescita: nel 2017 hanno raggiunto i 514,9 milioni di euro (+28,6% sul 2016; 1,8 miliardi nel quinquennio), con una quota sul fatturato annuo pari al 9,3%, ai vertici dei settori manifatturieri nazionali. Tra le ragioni, le opportunità date dalle misure di Industria 4.0, colte appieno dalle aziende del settore, il recupero di competitività attraverso tecnologie più evolute, l’ammodernamento degli stabilimenti e delle linee produttive, e la conseguente fiducia sulle prospettive del settore.
L’internazionalizzazione produttiva vale 862,1 milioni di euro (+0,7%), il 45% del totale in Nord America. Oltre 750 milioni di euro di fatturato derivano dalla ceramica sanitaria, materiali refrattari e stoviglie, che occupano 5.631 addetti.
“Il settore della ceramica consolida la propria struttura settoriale – afferma Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica – in un quadro di forti investimenti in nuove tecnologie, per mantenere la leadership mondiale in un contesto positivo per la domanda globale dei nostri prodotti, anche se sempre più competitivo e concorrenziale. In termini di fatturato, siamo ritornati dopo 10 anni ai livelli pre-crisi del 2008, anche se oggi produciamo e vendiamo circa 80 milioni di metri quadrati in meno, soprattutto per il calo del mercato interno. Il mercato delle costruzioni in Italia, che dall’avvento della crisi ha dimezzato i propri volumi di attività, si sta attestando su di una crescita nel medio termine del +1,5% annuo, grazie a segnali positivi che arrivano da tutti i segmenti. Se osserviamo i mercati esteri dell’edilizia, in Europa ci si aspetta una crescita più contenuta, rispetto a quanto fatto nel 2017, mentre negli Stati Uniti le attese parlano invece di una ripresa più vigorosa. Tra i ‘nuovi mercati’, le prospettive più favorevoli appartengono senza dubbio ai paesi dell’area del Golfo, seguiti dall’Europa Orientale”.