Il primo flagship store Golran, storico marchio di tappeti, ha aperto in via Pontaccio 8, a Milano, nel cuore di Brera in uno spazio ristrutturato su progetto dello studio di architettura Storage Associati con l’art direction del brand, lo studio Francesca Avossa.
Posizionato sulle due vetrine e sulla porta vetrata, incorniciate ad arco nella facciata dell’edificio del 700, si trova il marchio in nero delle lettere del brand contrasta con il bianco che fa da cassa di risonanza ai decori e colori dei tappeti. Ricalcando il concetto del “white cube”, promosso dall’art direction dello studio Francesca Avossa in occasione degli allestimenti fieristici e che dal 2010 identifica il brand insieme a tutti i vettori di immagine e comunicazione.
Per il flagship store, disposto su due piani, tutto è stato realizzato artigianalmente e ingegnerizzato a misura per rendere nella pulizia minimale dei sistemi espositivi la massima funzionalità e praticità. A iniziare dal sistema di appendimento che si adatta alle dimensioni e rende pratica la sostituzione dei tappeti, sia nella versione a parete, sia in quella a soffitto, questa disegnata con binari scorrevoli, prevedendo anche l’alloggio dei faretti per l’illuminazione.
“Su indicazioni e stimoli indicati da Francesca Avossa, il nostro compito era sfruttare al massimo lo spazio e rendere semplici le azioni”, spiega Michele Pasini, socio fondatore con Barbara Ghidoni e Marco Donati di Storage Associati, attivi dal 2002 in progetti di retail per fashion brand di fama internazionale, si sono confrontati con un progetto complesso che richiedeva semplicità. “Il display espositivo ha richiesto un approccio diverso, da quello per noi abituale. Abbiamo dovuto considerare pesi e dimensioni dei tappeti e, in base a questi, rendere facili e rapide le operazioni di sostituzione, ma anche quelle più quotidiane di vendita”.
La scala che porta al piano inferiore è protetta da pareti di vetro, in parte extrachiaro, in parte fumé, e rivestita di ottone “è una cascata d’oro che accompagna la discesa nello scrigno dei preziosi”, continua ancora l’architetto Pasini, a sottolineare la preziosa esclusività a nome Golran. E risponde allo stesso tempo anche alla suggestione dell’art director Avossa, “delle cose di valore, da svelare e scoprire per gradi”.
Da qui si accede allo spazio di lavoro, dove campeggia una grande cassettiera a lingotto, rivestita di rame. Alle sue spalle, una libreria a tutta parete dotata di mensole scorrevoli, dove sono sistemati ripiegati i pezzi delle collezioni, contrariamente ai magazzini e ai negozi tradizionali.