Driade apre le porte del nuovo showroom milanese in via Borgogna 8. Una superficie di 500 metri quadrati disposti su tre livelli e con un déhors. “L’intento è che questo showroom sia l’espressione più alta dell’identità di Driade – ha dichiarato nel corso della conferenza stampa di presentazione Stefano Core, AD di Driade – non è solo un negozio, ma una vera e propria galleria espositiva. Era fondamentale avere uno spazio che ci rappresentasse e questo è solo il primo passo di un percorso che l’azienda ha intrapreso.”
“Non sono un architetto, né un designer. Sono un economista, ma sono innamorato dei driade da utente finale e ho in mente un progetto importante per questo marchio storico del design di innovazione”. Con queste parole, Core che, insieme a Giovanni Perissinotto, è anche fondatore di Icg – ItalianCreationGroup, la società che ha acquisito il brand nel 2012, ha anticipato l’intenzione del gruppo di favorire l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese ‘uniche’ per le loro caratteristiche e il loro approccio al prodotto. “Driade non può essere ricostruita solo con gli investimenti – ha proseguito il manager – ha una lunga storia di innovazione, di apertura alla sperimentazione. Non ha mai gestito la sua attività per fare profitto ma per fare estetica, da qui la definizione di ‘laboratorio estetico’ che distingue l’azienda dalle altre realtà del settore”.
Il progetto dello showroom, interamente realizzato da David Chipperfield Architects, rappresenta la prima espressione del lavoro congiunto tra l’azienda e il nuovo art director. “La presenza di Chipperfiel – ha commentato Core – significa un nuovo inizio per Driade. Non ci serviva solo un nuovo direttore creativo, ma un vero e proprio ‘curatore’ in grado di studiare il nostro archivio e sviluppare il nostro patrimonio. Anziché buttare sul mercato continuamente nuovi prodotti preferiamo dedicarci allo ‘slow design’, ossia sedimentare il brand Driade consolidando, migliorandolo, ciò che abbiamo già”.
“Sono onorato di essere stato chiamato a far parte di questo ‘strano’ progetto – ha affermato il designer -. Ho lavorato in Italia per qualche anno come architetto ed è stato molto frustrante, fare il nostro mestiere qui è davvero una sfida. L’Italia, però, è unica per la sua cultura del design, la competenza delle sue aziende e la completezza della filiera”. “Ciò che apprezzo di Driade – ha spiegato Chipperfield – è la sua aspirazione alla sperimentazione anche quando è rischiosa, in questo periodo fin troppi designer e brand di design sono asserviti al consumatore. La sfida sarà stabilire nuove idee mantenendo coerenza e credibilità commerciale”.
Per il 2015 l’obiettivo di Driade sarà avviare il nuovo store, presentare nuovi prodotti al Salone del Mobile di Milano e chiamare altri designer a collaborare.
Da quest’anno l’azienda ospiterà in showroom 3 mostre all’anno dedicate periodi storici legati al design o a designer specifici, per rinnovare il negozio e attirare la clientela. La prima mostra, curata da Marco Romanelli, racconta 14 anni di driade, dal ’68 all’82 ovvero la nascita dell’azienda e i suoi primi anni tra collaborazioni con noti designer, da Enzo Mari a Nando Vigo, fino a Leila e Massimo Vignelli, e lo sguardo sempre rivolto al futuro.
Oggi Driade, fondata nel 1968 da Enrico , Antonia Astori e Adelaide Acerbi, propone un total living che comprende arredi e complementi indoor e outdoor, accessori, oggettistica e illuminazione.