Dopo i 30 milioni di dollari annunciati lo scorso aprile per raddoppiare la capacità produttiva della fabbrica americana, il gruppo ceramico Del Conca, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, scommette ora 35 milioni di euro sullo stabilimento Pastorelli – rilevato nel 2002 – a Savignano sul Panaro, periferia est del distretto della piastrella di Sassuolo per potenziare del 30% la capacità del made in Italy.
Un investimento tutto in tecnologia italiana all’avanguardia (tra cui un impianto in pressatura continua per produrre lastre lunghe 240 cm) che il fondatore del gruppo romagnolo, Enzo Donald Mularoni, scomparso improvvisamente tre settimane fa, aveva già messo nero su bianco, ma con la previsione di due step di ampliamento. Il primo, con un impegno finanziario di 20 milioni di euro, da completare nel primo trimestre 2017, per aumentare la capacità produttiva di 2 milioni di mq l’anno; il secondo, entro il 2019, per incrementare di altri 3 milioni di mq la produzione, a fronte di altri 15 milioni d’investimento.
«Abbiamo deciso invece di anticipare i lavori e completare tutto nei prossimi mesi, perché il mercato sta accelerando e bisogna cogliere la sfida: questi 35 milioni puntati nel Modenese si sommano agli 80 milioni investiti sullo stabilimento in Tennessee dal 2014 a oggi e ai diversi milioni che ogni anno dedichiamo all’ammodernamento di tutti i nostri impianti. Parliamo di un impegno complessivo di 120 milioni di euro in meno di cinque anni, la maggior parte in autofinanziamento», sottolinea Paolo Mularoni, il primogenito del fondatore, neo presidente di Ceramica Faetano, la capofila sammarinese della holding del Conca.
I 5 milioni in più di capacità produttiva hi-tech che usciranno dal sito modenese di Pastorelli porteranno i volumi di piastrelle made in Italy del gruppo a 20 milioni di metri quadrati. Altri 6 milioni di mq verranno sfornati invece a regime nella contea di Loudon, «dove stiamo finendo di installare i nuovi macchinari (altri 20 milioni di euro di tecnologia tutta italiana, ndr) e dove da gennaio 2017, anzi forse anche un po’ prima rispetto alla tabella di marcia, saremo operativi con il doppio delle forze», anticipa Mularoni. E conferma le previsioni del padre di arrivare a 30 milioni di dollari di fatturato quest’anno sul mercato nordamericano (con 3 milioni di mq di piastrelle made in Usa ma designed in Italy), il bacino estero che più sta trainando la crescita del gruppo. «Stiamo registrando buone performance anche nei Paesi europei in cui siamo storicamente forti come Francia, Germania, Olanda, Belgio – aggiunge il presidente – e si è finalmente interrotta la caduta in Italia, mercato che dal 2007 a oggi è passato dal 40 al 20% di incidenza sul nostro fatturato».
Il giovane Mularoni per scaramanzia non anticipa il pre-consuntivo 2016, ma non è difficile stimare supererà i 160 milioni di euro, dopo i 150 milioni dello scorso anno e visti i tassi di crescita medi dell’export in questi primi sei mesi (superiori all’8%, concordano Istat e Monitor dei distretti) e la volata americana. Un’iniezione di fiducia dopo l’improvviso passaggio di testimone per l’azienda di famiglia basata a San Clemente di Rimini. «E questo investimento a Savignano è il cambio di passo all’insegna dell’avanguardia tecnologica con cui ci presentiamo all’imminente Cersaie 2016 portando avanti i progetti di mio padre », conclude Mularoni.