L’innovazione logora chi non la fa. Le industrie italiane di ceramica industriale, che investono oltre il 7% dei loro ricavi in ricerca e sviluppo, sono tutt’altro che logore e i risultati di questa determinazione, in termini di novità proposte al mercato, si sono visti chiaramente a Cersaie, salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredobagno che si chiude oggi a Bologna. In attesa dei dati ufficiali, le sensazioni sono molto positive e tali da far azzardare un pronostico di affluenza in decisa crescita, con momenti di iper affollamento nei primi tre giorni della manifestazione. Inoltre, la fiera ha confermato una svolta dalla pura tecnicità al mondo del design. A completare il quadro c’è la forte attenzione di architetti e progettisti verso il mondo ceramico, attenzione favorita dalla proposta sempre più orientata verso i grandi formati che si prestano a rivestire interni ed esterni di building residenziali, edifici pubblici e sono utilizzabili anche per l’architettura delle infrastrutture di trasporto. Ciliegina sulla torta, la Bologna Design Week che ha operato come manifestazione di supporto coinvolgendo attività commerciali e aprendo al pubblico gli spazi dei più bei palazzi del capoluogo emiliano, trasformati in location per eventi, installazioni e convegni.
I padiglioni di BolognaFiere sono stati totalmente occupati dagli espositori, per una superficie complessiva di 156 mila metri quadrati e un numero totale di 869 espositori, provenienti da 41 nazioni. In evidenza non solo la presenza di aziende italiane, con una larga rappresentanza di aziende provenienti dal distretto industriale di Sassuolo per le piastrelle in ceramica e da quello di Civita Castellana per la ceramica sanitaria, ma anche di 323 aziende estere, di cui 224 aziende di piastrelle di ceramica sulle 457 totali del settore.
Cersaie è stata anche l’occasione per valutare lo stato di salute dell’industria della ceramica made in Italy, che mostra segnali di ulteriore recupero dopo la crisi iniziata nel 2008 e continuata negli anni successivi principalmente a causa del crollo del mercato domestico, parzialmente compensato dall’incremento dell’export. Nel 2016, secondo i dati di Confindustria Ceramica, la produzione è aumentata del 5,36% e il fatturato del 5,86%, per un controvalore di 5,41 miliardi di euro. Il peso del distretto di Sassuolo si conferma predominante, con 3,7 miliardi di ricavi derivanti dall’export. Le rilevazioni del primo semestre evidenziano un ulteriore recupero trainato principalmente dall’Asia, ma la maggior parte delle aziende presenti in fiera ha dichiarato un ottimo andamento del business anche e soprattutto verso gli Stati Uniti. Quanto all’Italia, si percepisce più ottimismo da parte degli operatori, dopo che il 2016 ha fatto segnare un primo risultato positivo (+3,6%, per un giro d’affari di 829 milioni di euro).
Le iniziative di Confindustria Ceramica sono strategicamente orientate sulle collaborazioni estere e a presidiare i mercati, con la presenza nei maggiori appuntamenti mondiali del settore.