Il giro d’affari delle piastrelle aumenta ancora. Le principali 150 aziende del settore mostrano un incremento medio del 4,1% Per una produzione in Italia che supera i 5 miliardi di euro.
Il fatturato complessivo del comparto delle piastrelle di ceramica prodotte in Italia nel 2015, secondo i dati pubblicati da Confindustria Ceramica basati sulle 150 aziende di riferimento, si è attestato a 5,1 miliardi di euro (+4,1% sul 2014) di cui 4,3 miliardi dovuti alle esportazioni, in crescita del 5,1% sul 2014 ed ormai rappresentanti l’84,4% del fatturato totale; 799 milioni di euro le vendite 2015 sul territorio nazionale, ancora in calo dello 0,6% sull’anno precedente. La totalità dei diversi comparti che compongono l’industria ceramica italiana (industrie italiane di piastrelle di ceramica, ceramica sanitaria, stoviglie e materiali refrattari) è formata, invece, da 228 industrie attive nel 2015, che hanno occupato complessivamente 25.152 addetti e fatturato oltre 5,8 miliardi di euro, grazie a vendite oltre confine per il 78,9 per cento.
2015 IN CRESCITA
Le principali aziende italiane di ceramica hanno archiviato un 2015 in crescita e possono guardare al 2016 con una buona dose di ottimismo: i ricavi dei top 20 gruppi del settore inseriti nel campione sono cresciuti nel complesso del 5%, passando da una media di 183 milioni di euro nel 2014 a 195 milioni nel 2015. In prima posizione assoluta il Gruppo Concorde che resta fermamente in testa alla classifica con 726 milioni di euro (+6% sul 2014). Un risultato, peraltro, esclusivamente ottenuto con i marchi italiani e quindi escludendo quelli di Novoceram (Francia); Italon (Russia); Meta, produttore di impasto ceramico e Svimisa, produttore di materie prime. Al secondo posto, con 480 milioni di euro di fatturato 2015 (+7% sul precedente esercizio), si conferma Iris Ceramica Group. Al terzo posto della classifica si posiziona il Gruppo Finfloor che deve il suo incremento in gran parte alle vendite dirette sul mercato Usa, e porta il suo fatturato consolidato a 374 miliardi di euro.
DIVERSIFICAZIONE GEOGRAFICA
Le aziende interpellate da Pambianco Design si sono dichiarate concordi nell’individuare come strategia premiante la diversificazione geografica. “Abbiamo una duplice strategia – ha affermato Federica Minozzi, AD del Gruppo Iris – che punta sulla diversificazione geografica e di offerta. Copriamo tutti i Paesi del mondo. A partire dagli Stati Uniti, nostro mercato principale con 198 milioni di dollari di fatturato 2015 e 220 milioni previsti per il 2016, dove abbiamo una fabbrica in Tennessee che produce circa 8 milioni e mezzo di metri quadri e che quest’anno arriverà a vendere fino a 10 milioni di mq. Per arrivare all’Africa Centrale, dove abbiamo un nostro venditore camerunense. L’export, infatti, per noi è molto importante e rappresenta l’85% del fatturato totale. Questo approccio ai mercati ci permette di ottenere un equilibrio per il quale anche se un Paese rallenta per motivi economico-politici ce n’è sempre un altro che accelera”. La diversificazione è decisiva anche in termini di offerta: “La nostra proposta – ha proseguito l’AD – spazia dal classico rivestimento smaltato in pasta rossa, anche in formati molto piccoli, fino al prodotto estremamente tecnico come le grandi lastre in ceramica”. Una varietà che permette al Gruppo di essere attivo sia nel residenziale sia nel contract, che si spartiscono equamente il fatturato che si prevede raggiungerà nella totalità i 500 milioni di euro nel 2016. Ragionando, invece, in termini di crescita, il primo per incremento è Panariagroup che, passando da 291 milioni nel 2014 a 343 milioni di euro, mette a segno un +18% nel 2015. “Abbiamo avuto una performance molto confortante in una fase di grande incertezza sul quadro generale – ha dichiarato a Pambianco Design Emilio Mussini, presidente di Panariagroup -. Il nostro modello di internazionalizzazione sta pagando. In un mercato fondamentale come quello americano abbiamo saputo cogliere in pieno l’accelerazione attraverso il controllo diretto e locale di produzione, rete commerciale e distribuzione. Con la nostra Unit portoghese siamo riusciti ad ottenere produzioni a costi competitivi, vincenti in una fase di crisi. Con il polo italiano, infine, abbiamo continuato a sviluppare l’innovazione tecnologica e di qualità per difendere il nostro posizionamento nella fascia alta del mercato e sostenere una proposta di eccellenza”. Per Panariagroup vale la strategia di Iris Group, ovvero la diversificazione geografica che “ci ha permesso di sfruttare al massimo le opportunità di crescita offerte dalle aree di maggiore sviluppo consentendo di compensare le contrazioni delle aree più in difficoltà”. Nel 2015 ha prevalso per Panariagroup la quota estera, con un’incidenza dell’81% sul totale delle vendite con particolare focalizzazione sui mercati extra-europei (50% del fatturato complessivo). “Negli Stati Uniti il 2015 è stato un anno molto positivo – ha proseguito Mussini – con un incremento del fatturato superiore al 10% in dollari e che ha permesso di confermarsi come primo mercato del Gruppo con un’incidenza sul totale dei ricavi pari al 38% (33% al 31 dicembre 2014). I mercati europei hanno registrato un incremento complessivo dell’11%, un ottimo risultato trainato soprattutto dagli eccellenti andamenti riscontrati sul mercato portoghese (in cui Panariagroup è il principale player), sul mercato tedesco, dove iniziative mirate su specifici canali distributivi hanno determinato importanti crescite, e sui principali mercati dell’Est Europeo (esclusa la Russia). L’incidenza dei mercati europei sul fatturato complessivo si è attestata al 31% (33% al 31 dicembre 2014). Sul mercato italiano l’andamento del Gruppo è stato positivo, con un incremento di circa il 5 per cento. L’incidenza del mercato italiano sul fatturato complessivo è stata del 19% (incidenza del 22% al 31 dicembre 2014). Sugli altri mercati (Asia, Canada, Sud America, Oceania e Africa) il Gruppo ha realizzato una significativa crescita del 17%, che ha coinvolto tutte le principali aree. L’incidenza di questi mercati sul fatturato complessivo si è attestata all’12% (allineata al 2014)”.
QUALE DISTRIBUZIONE?
È opinione comune tra gli imprenditori del settore che la strategia distributiva debba adattarsi alle diversità dei mercati. “In Italia – ha spiegato Mussini – presidiamo in modo importante la distribuzione tradizionale che è ad oggi il canale che consente di valorizzare al meglio un prodotto di qualità come il nostro. Inoltre, abbiamo lanciato 2 importanti show-room a Milano (Cotto d’Este e Lea Ceramiche) per proporci in modo distintivo al mondo del design e dell’architettura. Per quanto riguarda i mercati esteri lavoriamo, oltre che con i canali tradizionali, anche con quelli più specifici, come catene e gruppi di acquisto, per garantirci una presenza capillare e qualificata. Su alcune aree estere particolarmente specifiche, inoltre, opera da qualche anno una nostra Divisione Commerciale, Panariagroup Trade, che abbiamo deciso di dedicare in modo diretto alla gestione e alla crescita su determinati mercati. Il prodotto ceramico, infatti, sta vivendo una fase di grande energia in termini di qualità, versatilità delle interpretazioni e applicabilità a nuovi e sempre più ampi fronti dell’architettura e della costruzione. In questo senso, l’investimento tecnologico del grès laminato ‘ultrasottile’, il prodotto di ultima generazione su cui abbiamo creduto per primi e di cui il nostro marchio ‘Kerlite’ ormai rappresenta il riferimento di categoria su tutto il mercato, è stato certamente determinante. In architettura, il gres laminato è ormai ampiamente utilizzato; i settori come il contract, il commerciale e le grandi costruzioni residenziali di molti mercati, principalmente quello americano ma anche le aree dell’Est Asiatico, registrano performance sempre più rilevanti”.
PREVISIONI POSITIVE
Il 2016, secondo l’Osservatorio Previsionale realizzato da Prometeia, potrebbe vedere un ulteriore consolidamento della crescita, con vendite sul mercato domestico in positivo (+2,7%) e un export in crescita ulteriore (+3,6%) soprattutto grazie alla domanda proveniente dai Paesi Nafta, Far East, Paesi del Golfo e Balcani. Ancora in crescita anche la produzione nazionale, stimata al +3,8 per cento. “Il 2016 si sta confermando annata di ottimi riscontri – ha sottolineato Panariagroup -, con i risultati del primo semestre che confermano i trend di crescita in tutte le principali aree di riferimento”. Per il gruppo, è il residenziale a farla da padrone con il 90% del fatturato rispetto al 10% del contract anche se le aziende sono già pronte a implementare le proprie strategie: “Intendiamo far crescere il target delle grandi realizzazioni (aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane, grandi mall o centri commerciali, edifici pubblici) che vogliamo assolutamente presidiare in modo sempre più importante a livello internazionale”. Iris Ceramica Group, già da quest’anno, si è evoluta con una brand extension: “Stiamo entrando nel settore dell’arredo – ha concluso Minozzi di Iris Ceramica Group – soprattutto con le grandi lastre con spessori maggiorati che vengono inserite in contesti di arredo bagno e di piani cottura in cucina anche attivati con induzione. Abbiamo creato addirittura un brand dedicato: SapienStone”.
di Paola Cassola