Bialetti è pronta ad affrontare il mercato finanziario, con le sue tradizionali Moka, ma anche con le pentole Rondine, Aeternum e i piccoli elettrodomestici della Girmi, con un giro d’affari di 161 milioni di euro.
L’azienda, controllata al 64% dall’imprenditore Francesco Ranzoni, avvierà a inizio giugno un aumento di capitale di 14 milioni che rimarrà aperto tutto il mese. L’obiettivo è rafforzare il patrimonio dell’azienda, quotata a Piazza Affari, su cui pesano debiti netti pari a 85,4 milioni (in calo dagli 87 milioni di fine 2013) e impegnata nell’attuazione del piano industriale al 2017 in accordo con le banche creditrici, nel quadro del piano di ristrutturazione ex articolo 67. Dei 14 milioni, circa 9 verranno dalla conversione in azioni di un prestito soci effettuato dallo stesso Ranzoni. Ossia, l’erede della famiglia di proprietari del produttore di pentole Rondine che negli anni 80 rilevò la Faema che a sua volta aveva appena acquistato l’azienda delle caffettiere brevettate da Alfonso Bialetti nel 1943.
Gli altri 5 milioni saranno offerti agli altri soci, quindi anche a Diego della Valle, altro azionista che nel 2007 aveva rilevato il 10% di Bialetti attraverso la finanziaria di famiglia Diego Della Valle & C. Il confronto con il gruppo del lusso non è ancora iniziato ma è ipotizzabile che l’imprenditore di Tod’s accompagni la manovra seguita da vicino dal direttore finanziario Maurizio Rossetti e da Egidio Cozzi, nominato nei giorni scorsi direttore generale di Bialetti.