Trent’anni fa, era il 1987, Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina disegnarono per Artemide la Tolomeo, una lampada iconica e funzionale, che ha cambiato il modo di vedere la luce. Oggi è un simbolo di design interpretato nel corso del tempo con tecnologie e sorgenti sempre più innovative.
L’Architektursalon von Gerkan di Amburgo ospita dall’11 luglio una mostra su Michele De Lucchi e sulla sua collaborazione con Artemide, con un ampio spazio dedicato a Tolomeo: un racconto di un profondo legame di vita e di amicizia, uno storytelling dell’evoluzione di una lampada iconica che racconta il passato, ben rappresenta il presente ed è ancora pronta a interpretare il futuro di un’azienda come Artemide, sempre attenta alle esigenze dell’uomo in ogni suo spazio.
Dalla prima versione da tavolo, alla recente Tolomeo Maxi terra, è in mostra l’ampia gamma di varianti che negli anni Artemide ha presentato, sempre trasversali e adatte a offrire una luce flessibile per seguire i bisogni in ogni application fields.
“Tolomeo non è solo sapersi adattare ma auto-rigenerare”, è un percorso di progetto iniziato trent’anni fa sempre contemporaneo e in grado di intercettare lo spirito del tempo e le necessità dell’uomo. Una lampada che riassume tre temi cari ad Artemide: tecnologia, creatività, umanesimo.