La Triennale Design Museum di Milano ospita Lina Bo Bardi: Together. L’esposizione curata dall’architetto di origine argentine Noemi Blager e frutto di una collaborazione con Arper, l’azienda trevigiana produttrice di tavoli e sedute.
In mostra fino al 5 ottobre la reinterpretazione della filosofia e dell’opera di Achillina Bo, questo il nome originale dell’artista italo-brasiliana nata a Roma nel 1914. E che nella Milano degli anni ’40 fu allieva e collega di Gio’ Ponti e Bruno Zevi.
Nello spazio espositivo del museo, saltano subito all’occhio l’impegno e l’apertura dell’artista nei confronti della cultura, dei luoghi e delle persone di San Paolo dove si è trasferita nel 1946 e soprattutto dove ha ritrovato la sua felicità creativa.
L’istallazione e la maestria dell’artista Madelon Vriesendorp, i film di Tapio Snellman e le fotografie della Casa di Vetro di Ioana Marinescu fanno da cornice alle collezioni di oggetti artigianali, in latta, utensili e giocattoli. Che l’artista ha raccolto in giro per i mercatini di Salvador de Bahia.
A guidarci nella lettura della mostra, mani di carta con l’indice puntato pendono dal soffitto e tengono strette tra le dita un cartoncino con citazioni tratte dagli scritti della Bo Bardi.
L’installazione, ultima tappa di un tour europeo, si chiude con la Bardi’s Bowl Chair, la poltroncina disegnata, e mai realizzata, da Lina Bo Bardi nel 1951. A lanciarla, in concomitanza con la mostra – ci ha pensato Arper che ne ha prodotto una collezione limitata di 500 pezzi. Con i proventi della vendita l’azienda di Treviso finanzierà l’istituto Lina Bo e P.M.Bardi, che raccoglie gli archivi dell’artista e di suo marito Pietro Maria.