La strada come luogo d’incontro, questa l’idea all’origine del mall più grande d’Italia che con i suoi 92mila metri quadri di superficie commerciale utile (GLA) ospita 200 negozi, ristoranti e caffè, oltre a un polo sportivo indoor e outdoor. In lista d’attesa un altro 20% di insegne, mentre si annuncia il futuro sbarco di Apple in un’area di 600 metri quadri.
L’Arese Shopping Center è un progetto realizzo da tre architetti, alternatisi in plancia di comando. Tutto è iniziato con Arnaldo Zappa che ne ha definito il layout esterno, poi è stato il turno di Michele De Lucchi che ha articolato la facciata e ha introdotto il legno come materiale protagonista. Infine, è stato convocato in seconda fase Davide Padoa, CEO di Design International, per progettare il building arricchendolo grazie alla sua expertise nel mondo retail.
Design International è una realtà internazionale, con sedi a Milano, Londra e Shanghai, che ha realizzato progetti in tutto il mondo dal Cleopatra Mall in Egitto al al Kingdom City Mall in Arabia Saudita, passando per la Silicon Oasis di Dubai, il Khalifa City Mall di Abu Dhabi e il Morocco Mall di Casablanca, solo per citarne alcuni. In Italia, la società ha firmato, tra gli altri, i progetti del Pompei Mall, del Campania, del Milano Santa Giulia e il Milanosesto.
L’obiettivo del centro sono 15 milioni di clienti all’anno, motivo per cui l’area di 120mila metri quadri totali è servita da un parcheggio da seimila posti. ‘Il Centro’ nasce nell’area dell’ex fabbrica Alfa Romeo, per la volontà di riqualificare il territorio da parte di Marco Brunelli, patron di Finiper ed è stato realizzato in partnership con il general contractor Itinera e il subcontractor Moretti. L’intenzione era quella di creare una storia, un percorso.
“Arese Shopping Center è una nuova esperienza di shopping & dining che trova le sue radici 500 anni fa, quando la strada diventò un luogo di incontro – spiega a Pambianco Design Padoa -. Infatti, non ha negozi lungo una galleria commerciale ma veri e propri palazzi e piazze lungo la strada”. L’architetto ha, infatti, proposto la creazione di una vera e propria città, sia interna che esterna, ancorata da una esperienza legata al cibo con ‘Iper la Grande I’ da una parte, il cui fronte si affaccia su una larga piazza ottagonale con i prodotti del fresco e, dall’altra, una delle più grandi piazze coperte d’Europa dedicata al fashion, con una serie di palazzi, vie alberate, piazze, scaloni e zone per lo svago. “La piazza del centro commerciale entra nell’Iper attraverso un lungo porticato. Si crea così una sinergia unica tra acquisto e consumo, oltre al contatto umano di chi spiega (attraverso open kitchens e cooking shows) il prodotto al visitatore”.
Al primo piano del Marketplace è stata inserita una piazza di ristoranti, collegata con una rampa colloidale al piano mezzanino e al piano terra dell’Iper. La Fashion Court, ispirata a Covent Garden, è strutturata secondo l’innovativa tecnica del ‘sistema a piazze’ per creare punti di aggregazione: “che prevede la ripetizione della combinazione palazzo/piazza/seduta/scala”, spiega Padoa. “Il 40% dei brand qui presenti – aggiunge orgoglioso ed entusiasta l’architetto – ha scelto questo centro per lanciare i loro nuovi formati di vetrina”. E’ il caso, tra gli altri, di SuperdryStore, Footlocker, Terranova e Pull&Bear. Tra le aziende presenti nell’area anche Primark, H&M Home e Lego con il loro primo store italiano.
Altro elemento importante è l’alberatura composta da piante ad alto fusto che arricchiscono il percorso esterno e interno, un alternarsi di chioschi, ristoranti, piste ciclabili e giochi per bambini. Particolarmente innovativa è anche la metodologia utilizzata nella progettazione del tetto, mai applicata ad un centro commerciale: “la struttura della copertura in ‘gluelam beams’ (legno lamellare strutturale realizzato con materiali sostenibili), con campate di oltre 40 metri, rappresenta una tra le più grandi strutture in legno mai realizzate in Europa per un centro commerciale. L’intero complesso è stato progettato secondo rigidi criteri di risparmio energetico e bio-sostenibilità, in linea con gli standard promossi dal U.S. Green Building Council per ottenere la certificazione LEED di livello Gold”.
L’illuminazione naturale è garantita dalla grande superficie costituita da vetrate. “Il Centro ha trasformato la vecchia sede Alfa Romeo da una fabbrica di macchine a una fabbrica di esperienze, con il più grande numero di insegne mai realizzato in Italia in una galleria porosa, in cui spazi interni ed esterni vivono simultaneamente”. “Spero in futuro – ha concluso Padoa – nell’arrivo di una zona di intrattenimento dedicata al cinema o allo sport”.